Niente è più prezioso di una nuova generazione: è una speranza, è un capitale su cui investire, è e sarà il mondo che verrà. Oggi si affaccia al mondo la generazione Z (figli della generazione X e nati negli anni 1990-2010). Siamo già arrivati alla fine? Andiamo con ordine: abbiamo visto i Millennials (1980-2000), la generazione X (1965 ed il 1980) e prima ancora i Baby boomers (1945 ed il 1965). Dopo la zeta cosa ci sarà?
Ognuno è frutto di un contesto: famiglia, scuola, lavoro, anche se a ben guardare il modulo generatore è la famiglia… la modalità di gestire i sentimenti e gli affetti. Siamo cresciuti sotto gli occhi della comunità, dai primi passi si prosegue col cammino continuo della vita e allo stesso modo si è partecipi della vita degli altri.
Tra i miei primi ricordi ci sono i gradini di una scala che ora non c’è più, proprio a lato di Almo, che raggiungeva la casa di un mio amico. Forse avrò avuto 3 anni o 4 ma non di più, il ginocchio raggiungeva la pedata. I 40 metri che la dividevano dal forno dei miei genitori ero libero di farli da solo… da solo?!??!! Sì, perché ero sotto gli occhi di tutta la “famiglia” che era costituita dal paese intero. I ricordi forse si mescolano alla fantasia, ma ricordo ancora la fatica di alzare il piede così in alto facendo tutto da solo, e la soddisfazione del raggiungere il gradino, un gradino per volta.
Un discorso da bacchettone? Forse sì, sicuramente da nostalgico che ama il passato e a cui non piace legarsi a tutti quei luoghi comuni che identificano i più giovani.
Spero che la “zeta” non chiuda solo l’alfabeto, ma segni l’inizio di qualcosa di nuovo nei confronti delle generazioni che si affacciano al mondo.
Partecipare alle loro conquiste, mettersi in ascolto delle loro espansioni o ritrazioni, lasciarli liberi di costruire la loro autonomia dando loro esempio e fiducia… gli adulti hanno ancora molto da imparare e costruire!
La generazione più giovane è la freccia, la più vecchia è l’arco.
(John Steinbeck)