Il modello organizzativo a cui oggi si mira è il NOI. Collaborazione, condivisione, cooperazione rappresentano sempre di più il minimo comune denominatore dei progetti vincenti. Questo perché guardando insieme con la stessa forza, audacia, abnegazione, intensità ad un obiettivo comune, si ha come risultato una moltiplicazione della crescita. Si crea, così, qualcosa di diverso da una somma matematica e anche le diversità (disparità e/o disequilibrio) diventano fattori che all’interno di un’equazione di bilanciamento si comportano diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare.
Già Pitagora nel V secolo a.C. ipotizzava l’esisteva di un equilibrio interno ad ogni ecosistema, evidenziando che le relazioni tra le parti sono di tipo matematico per il raggiungimento di “una giusta proporzione”. Quello che oggi si indica col termine algoritmo che governa gli insiemi e che può risultare poco visibile ad una prima lettura ma che esiste. Sicuramente ci sono fattori che non sono visibili a tutti, ma che in un discorso d’insieme diventano parti fondamentali. L’insieme non è la totalità delle singole parti, diventa qualcosa di superiore alla loro somma.
Si è a fine anno ed è tempo di bilanci. In più, per Almo questo è il decimo anno e forse il primo con una organizzazione strutturata. I numeri mostrano la crescita…tutti i numeri anche se forse ce ne sono tanti da mettere sotto la lente. Sicuramente l’immateriale che lega tutti i componenti di Almo è tanto ed è difficile da vedere, ma voi cosa ne pensate?