LEGGERE O NON LEGGERE, QUESTO È IL PROBLEMA

Leggere libri rende più intelligenti non lo sapevate? Lo si dice ai bambini, ma bisognerebbe ricordarselo sempre, anche da grandi perché aumenta l’empatia e la qualità del sonno, ci sono studi scientifici a sostegno. Dalle le pagine di un romanzo arrivano voci lontane che raccontano una storia e ogni volta si entra in una realtà che in un continuo dialogo con chi legge ne stimola la mente.

Addentrarsi in un romanzo, nella vita dei suoi protagonisti, consente al lettore di essere partecipe delle loro emozioni, tanto che a volte si può diventare un medico assieme a un medico incontrato nel mondo di carta, ad esempio. Si impara e si viaggia assumendo punti di vista diversi, attingendo dall’esperienza dei protagonisti, si riusce a comprendere meglio le persone in carne e ossa. Inoltre, si migliora l’elasticità mentale appropriandosi delle esperienze altrui che diventano nostre, stimolando la reattività e i processi di interiorizzazione. Questo perché leggere di sentimenti e stati d’animo, consente di chiare i concetti attraversando le parole, che su carta diventano punti da unire. 

Un bel libro è una porta sull’infinito, su uno spazio e un tempo che si generano di volta in volta, per una pausa dalla quotidianità e un’avventura da vivere quando a proprio piacere. 

Quando poi è anche buono, prima di appoggiarlo e spegnere la luce, si cancellano le ansie e si evitano sonniferi o la conta delle pecorelle.

La magia di un romanzo è proprio questa: continuare a raccontare una storia che prende voce ogni volta, per non cancellare nulla e ricordare le cose importanti, perché tutto insegna come le parole autobiografiche di Carlo Levi nel libro che stiamo leggendo il lunedì sera, consentendo di riflettere come uomo e come cittadino. 

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