UN ANGOLO DI TEMPO E’ UN DISEGNO CHE S’IMPARA

Il tempo passa, le regole s’inspessiscono, le responsabilità crescono attestandoci su un tempo a volte fatto di routine, pressioni da smontare, obblighi da assolvere. Fortunatamente il lavoro, la famiglia e la vita da adulti non sono solo una modalità che inneggia al dover essere: spesso sono la gerla dentro cui c’è la forza di essere migliori.Sicuramente però sono tempi dove si corre. Manca il tempo per fermarsi per i bilanci costruttivi. Spesso si deve ammettere che la melodia di questi tempi è un canto che s’inceppa e non è di aiuto ammettere il bisogno di un suono che batta in levare.

E allora si cammina a passo veloce alzandosi le maniche; si spreme il limone fino a renderlo smunto in ogni sua parte e si continua ad andare avanti, nel rispetto del contratto sociale a cui si è legati. In questa performance iperventilata – per mancanza di tempo – si presume di aver compreso le dinamiche di tutto e –  inconsapevolmente e senza dolo – ci si arrende un po’.

E qui si smette di crescere.

Nella presunzione che le cose accadano perché devono accedere, si dismette la ricerca e si cessa di vedere, pur avendo sempre la vista ben vigile sugli affetti e gli obblighi di questi tempi.

In ogni modo il telecomando del televisore resta in agguato e non educa al gusto delle piccole cose che, invece, se rispolverate, possono contribuire ancora a dare una forma ai nostri contenuti. Piccoli lavoretti, nuove passioni, poche ore spese a imparare lingue diverse, riprendere lavori antichi con le mani, dedicarsi al respiro, alla recitazione, al teatro popolare, alla scrittura creativa, riprendere a scrivere con la bella grafia dei nonni, ascoltare musica non imposta dalla moda, truccarsi con creatività e amorevolezza, ripercorrere i gusti culinari del passato sono attività che possono svelare ancora tanto agli occhi che – non sapendo ancora tutto – hanno scelto di liquidare l’ “ormai è troppo tardi per imparare”.

Quando si sceglie di imparare ad imparare, la routine spaventa meno, si costruiscono nuovi bacini di linfa, si moltiplicano volentieri i sorrisi, nuovi sentieri possono schiudersi, il tempo passa con meno densità e il cellulare si spegne per abuso di non curanza e allora sognatori (certamente), seminatori di nuove forme di contenuti (possibilmente), si diventa acrobati di nuove voglie e di nuovi momenti per se stessi. Si lasciano alle spalle le tensioni e si scende da casa, decisi a comporre la propria giornata con meno sonnolenza.

Provare è già imparare qualcosa ed è come una carezza che segue un’altra e un’altra ancora più dolce. E la coccola diventa più grande, scalda il cuore e fa brillare gli occhi, si trasforma in un abbraccio grande che può diventare un piccolo viaggio meraviglioso.

Lasciando spazio al tempo che si ricava dal lavoro e dalle responsabilità, s’inaugura una piccola stanza in cui imparare ad incorporare altre possibilità che lo sguardo inconsapevolmente restituisce: SEMPRE.

Dare prova di questo significa imparare. Questa luce che sia intensa o ad intermittenza fa campo base a casa, nella relazione e nei momenti dove il concreto tende a schiacciarla.

E con precisione quell’angolo di tempo appare un oceano magnifico.

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